3 Maggio 2024

Foggia-Avellino 1-2: dominio irpino allo Zaccheria, tre su tre in trasferta

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Foggia-Avellino 1-2 (34′ D’Angelo, 62′ rig. Santaniello, 85′ Vitale)

L’Avellino fa tre su tre in trasferta: sfatato anche il tabù dello Zaccheria, dove i lupi non trionfavano da 24 anni, in una sfida che è stata in discussione soltanto nei cinque minuti finali, quando i pugliesi l’avevano riaperta sull’unica distrazione della retroguardia irpina (primo gol subito in campionato, alla quarta partita). Grande prova di personalità della squadra di Braglia: perfetta in tutte le letture, lucida in ogni situazione. Ha messo a nudo, per contro, l’impotenza di un Foggia attardato in classifica e nel gioco, senza idee e scollato tra i reparti. Contratta, rattrappita la squadra di Marchionni per il quale ora la strada è in salita: il calendario prevede Ternana e Bari come prossime battaglie.

La deludente prestazione nel derby con la Juve Stabia costa il posto da titolare a Maniero: nell’attacco di Braglia ci sono Bernardotto e Santaniello dall’inizio. All’Avellino manca in difesa Silvestri, positivo al coronavirus. Marchionni schiera un Foggia dalla difesa altissima, con l’intenzione di tenere i reparti vicini. Proposito reso vano dalla scarsa coesione del pressing dei pugliesi, dove ognuno sembra correre per sé. L’Avellino conferma l’impressione di solidità tattica delle prime uscite e sfrutta fin da subito la mancanza di compattezza dei rossoneri: gioco largo e profondo, in ampiezza, ma diretto. Così i padroni di casa, teoricamente intenzionati a fare la partita, perdono una quantità spropositata di palloni.

Agli irpini non serve neanche strafare: dopo il primo recupero palla si aprono voragini enormi che la squadra di Braglia esplora abilmente e in velocità grazie al lavoro sporco dei due attaccanti e al sostegno di un centrocampo che riesce a cucire l’azione con precisione. Sontuosa la prestazione di De Francesco, un metronomo eccellente: nettamente in crescita rispetto alle prime uscite.

Il Foggia va subito in difficoltà: Santaniello, dopo un quarto d’ora, decide di graziare Fumagalli vanificando l’imbeccata di Rizzo e spedendo fuori a porta vuota. L’unico a creare qualche grattacapo agli ospiti è Kalombo, i cui spunti personali sulla destra mettono in difficoltà Burgio, ammonito e sostituito da Braglia prima della mezzora (probabimente per scelta tecnica). L’ingresso di Adamo peggiora le cose per il Foggia: l’esterno farà ammattire la catena di destra dei pugliesi. Al 34′ il vantaggio avellinese: dopo aver sfiorato la prodezza in rovesciata qualche minuto prima, D’Angelo corregge in rete il rasoterra di Adamo, imbeccato da uno splendido cambio di gioco di Rizzo. Per il centrocampista palermitano è il terzo gol in quattro partite.

Il Foggia è intontito e i flebili tentativi di reazione poggiano sul solito Kalombo, che non può far miracoli e viene costantemente raddoppiato. L’Avellino mette all’angolo i rossoneri pungendo in contropiede: Adamo e Aloi impegnano Fumagalli, poi un gran gol di Ciancio (missile da fuori su azione nata da corner) viene annullato per un sospetto fuorigioco attivo di Santaniello.

Nel secondo tempo Marchionni toglie Kalombo, che ha bruciato ogni energia, e Raggio Garibaldi per inserire Ndiaye e Dell’Agnello. La manovra rossonera, tuttavia, resta lenta e prevedibile. La difesa pugliese soffre terribilmente gli spunti di Adamo, una spina nel fianco sulla sinistra: dalla sua ennesima incursione nasce un invito a nozze per Santaniello prima e D’Angelo poi, ma la retroguardia foggiana si salva affannosamente. Non andrà così di lusso al 17′, quando Bernardotto manda al bar Gavazzi, che lo sgambetta in area. Rigore trasformato da Santaniello, 0-2. Per lo sconclusionato Foggia è notte fonda: l’Avellino non soffre praticamente mai e flirta con il 3-0 con Maniero. L’attaccante, entrato al posto di Santaniello, sfiora l’angolino in diagonale.

Marchionni butta dentro Balde e Vitale come mosse della disperazione e a 5′ dalla fine il secondo trova improvvisamente il gol che riapre la partita, nell’unica azione degna di nota creata dai padroni di casa in 85 minuti. Ndiaye riesce finalmente a trovare spazio sull’out in progressione e mette in mezzo per Vitale, su cui Ciancio stringe in ritardo: 1-2 e partita virtualmente riaperta, ma il confuso assedio finale, scandito da lanci alla viva il parroco, non sortisce prevedibilmente effetti. Del resto, il pari sarebbe stato premio decisamente eccessivo per questo Foggia, sul quale Marchionni avrà molto da lavorare. Gongola Braglia, per ora, e Avellino fa sogni dolci.

 

FOGGIA (3-5-2): Fumagalli; Gavazzi, Gentile, Germinio; Kalombo (1′ st Ndiaye), Raggio Garibaldi (1′ st Dell’Agnello), Garofalo (35′ st Vitale), Di Masi, Agostinone; Curcio (31′ st Balde), D’Andrea (44′ st Tascini). A disp.: Di Stasio, Moreschini, Morrone, Lucarelli, Aramini, Pompa. All.: Marchionni.

AVELLINO (3-5-2): Forte; Miceli, Dossena (31′ st Rocchi), Ciancio; Rizzo, Aloi, De Francesco, D’Angelo (25′ st Silvestri M.), Burgio (25′ pt Adamo); Bernardotto (25′ st Fella), Santaniello (25′ st Maniero). A disp.: Pane, Pizzella, Tito, Errico, Mariconda, Bruzzo, Nikolic. All. Braglia.

Arbitro: Bitonti di Bologna.

Ammoniti: 20′ pt Burgio (A), 29′ pt Aloi (A), 7′ st Santaniello (A), 8′ st Germinio (F), 24′ st Ndiaye (F) e 29′ st Dossena (A).

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