La crisi di risultati del Benevento è inspiegabile, ai limiti del surreale. I 10 punti fin qui raccolti nel girone di ritorno hanno annullato tutto ciò che di buono era stato costruito nella prima parte di campionato. I 22 punti totalizzati all’andata, col senno di poi, sono stati la causa scatenante di tale tracollo. I ragazzi di Inzaghi hanno disputato la parte iniziale del torneo oltre le più rosee aspettative, dando l’illusione di poter raggiungere la salvezza senza eccessivi patemi. Dopo la vittoriosa trasferta di Cagliari, però, qualcosa è venuto meno e nessuna delle parti in causa è riuscita ad arrestare il crollo sannita.
Il patron Vigorito, che anche ieri non si è tirato indietro e ha parlato con i tifosi giustamente delusi all’esterno dello stadio, ha le sue colpe. La sessione invernale di calciomercato, infatti, non è stata sfruttata a dovere. I soli Gaich e Depaoli non hanno innalzato il livello di una rosa che, nelle ultime diciotto giornate, ha messo a segno solo 16 reti e subite ben 38. Senza dimenticare acquisti estivi come Iago Falque o Foulon, che ben poco hanno dato alla causa sannita.
Le mancanze in sede di mercato, tuttavia, vanno suddivise anche con il direttore sportivo Pasquale Foggia e l’allenatore Filippo Inzaghi. I due, che hanno un importante passato da calciatori, avrebbero dovuto individuare con netto anticipo gli evidenti limiti della rosa per poi intervenire i maniera concreta sul mercato. È sconcertante come tutto il reparto offensivo del Benevento abbia messo a segno 23 reti, soltanto tre in più del solo Simy.
Inzaghi, oltre a non aver saputo prendere per mano la squadra nel momento più difficile, cullandosi a più riprese sul non aver mai occupato nel corso del campionato le ultime tre posizioni, è venuto meno anche tatticamente. L’emblema è la partita di ieri contro il Crotone. Con i pitagorici in dieci per più di un’ora, Inzaghi ad inizio ripresa ha inserito Dabo per Caprari. Un cambio difensivo che, sinceramente, si fa fatica a comprendere. I calciatori, oltre alle scelte discutibili del tecnico piacentino, non sono esenti da colpe. Prestazioni altalenanti, nervosismo, mancanza di cattiveria in momenti chiave. Tutti elementi che pesano nell’economia del campionato. L’esempio lampante è capitan Schiattarella. L’ex Spal ieri pomeriggio invece di motivare la squadra a rimanere sul pezzo per chiudere il match, ha perso tempo a battibeccare con la panchina.
L’ultima speranza è nelle mani della Lazio, impegnata domani nel recupero contro il Torino. In caso di successo dei biancocelesti, Lapadula e compagni avranno a disposizione ancora una fiche da giocare. Altrimenti si dovrà ripartire dall’unica certezza: Oreste Vigorito, il quale anche ieri ha confermato di non voler abbandonare il timone del Benevento.