Il saccheggio, gli scarpini di Avella e il tris: Casertana, rinascita col Catania
Ore di apprensione, l’inedito appuntamento a pranzo e l’opportunità di rinascita. Non sono stati momenti tranquilli in casa Casertana. A pochi minuti dal fischio d’inizio della partita interna contro il Catania, i Falchetti hanno vissuto una vera e propria disavventura. Il furto nei magazzini dello stadio Pinto ha gettato nello sconforto e nella preoccupazione l’intero ambiente. Eppure, il gruppo rossoblù, con determinazione e convinzione, è sceso sul terreno di gioco ed ha conquistato tre punti vitali nella sfida agli etnei. Un bottino, quello raccolto, che consente ai campani di agganciare la Viterbese in classifica.
La situazione resta complicata e le prossime uscite saranno fondamentali in questo senso. Tuttavia, l’organico di Federico Guidi ha dimostrato grande spirito e unità d’intenti racimolando i tre punti dopo una vicenda ai limiti del disagio. Perché quello che è accaduto nella notte al Pinto deve far riflettere. Non si può macchiare la reputazione di una città in tal modo. Per fortuna, c’è stata la vittoria a rendere meno amara la giornata e a ristabilire l’equilibrio nel mondo casertano. E di sottolineare certezze e sorprese alla prima uscita del nuovo anno. La rete del neo-ritrovato Turchetta, la fermezza del riscoperto bomber Carillo e la sempre più conferma di Cuppone.
Non è passata inosservata, d’altro canto, la prestazione offerta dall’estremo difensore Avella. Il giovanissimo portiere, sceso sul rettangolo erboso con gli emblematici scarpini diversi per far fronte alla situazione di necessità, ha respinto il calcio di rigore di Sarao e non ha permesso al Catania di riaprire prima il match. Il risultato finale, pur con la questione difesa da registrare, potrebbe rivelarsi valido in termini di rinascita. I Falchetti, falcidiati dalle assenze e con l’incresciosa vicenda del saccheggio nei magazzini, hanno evidenziato carattere e stabilità. E l’obiettivo salvezza resta l’unico pensiero per la Casertana di mister Guidi.
