Pareggio in extremis per il Giugliano contro il Picerno. Valerio Bertotto ha analizzato così la prestazione della sua squadra in conferenza stampa:
“Non commento le decisioni dell’arbitro, analizzo la partita. Abbiamo iniziato bene, come l’avevamo preparata, con aggressività e con il baricentro alto contro una squadra che sa giocare a calcio e con concetti radicati. Siamo partiti bene, ma quando purtroppo regali un vantaggio diventa un po’ faticoso rincorrere. La colpa che ci attribuiamo è sicuramente quella di non essere stati in grado di continuare a giocare secondo quelle che sono le nostre capacità. Al netto del gol subito e di una squadra che sa giocare bene, ma dovevamo continuare. Ci siamo un po’ smarriti. Nella ripresa abbiamo cambiato qualcosa negli uomini e nell’approccio, così è stato. Li abbiamo tenuti lì per almeno 50′, abbiamo prodotto tanto e per fortuna abbiamo riacciuffato il risultato meritatamente per la quantità e il volume di gioco. Buon pareggio per come si erano messe le cose, c’è da analizzare il perché di alcune situazioni ma le idee ci sono.
Quanto hanno inciso i cambi? Sono stati incisivi nella misura in cui anche l’aspetto mentale della squadra dopo il primo tempo era doveroso che cambiasse. Ho fatto presente di dover cambiare rotta, che bisognava essere più determinati nel voler recuperare la partita e se possibile vincerla. I ragazzi hanno risposto bene, hanno fatto le cose con grande forza, con qualità e determinazione. I cambi hanno dato vivacità in più, sono contento ma bisogna analizzare quella parte che condiziona un po’ la gara. In questo momento stiamo dando continuità ai risultati. Ci dovrà essere una crescita ulteriore nell’essere più efficaci e puliti in tante cose che alla fine non condizionano la prestazione. Risultato? Nel primo tempo abbiamo fatto un po’ di fatica, ma senza mai rischiare particolari situazioni. Nel secondo tempo per la mole e la quantità di lavoro fatto nella loro metà campo, forse potevamo determinare qualcosina in più. L’importante era recuperare e dare un grande segnale a noi stessi. Chi è entrato, ha fatto bene: questo vuol dire essere squadra”.