17 Maggio 2024

Cavese, il patron Lamberti si presenta: “Metterò tutto me stesso, ci sarà continuità. Sulla società…”

cavese, conferenza stampa

Giornata di presentazione in casa Cavese. Il club blufoncé ha accolto il nuovo presidente, Alessandro Lamberti. Queste le parole del patron uscente, Massimiliano Santoriello:

“Sono una persona sincera, schietta e chiara. Ascoltare e leggere alcune cose piacevole non è bello. Voglio chiudere nel migliore dei modi. Perché ho ceduto? Sono un tifoso della Cavese. Se dopo cinque anni ho la fortuna di trovare persone con più energie e risorse, da buon tifoso è giusto passare la mano e farsi da parte. Perché adesso? Non possiamo sempre dettare noi i tempi alla vita. È un passaggio di quote, si è prospettata questa possibilità ed è avvenuto. C’è serietà in chi cede e in chi acquista, in queste settimane non è uscito nulla. Già da qui si capisce dell’alto livello, va data massima fiducia. Siamo felici di questo passaggio avvenuto in maniera seria e attenta. Non sapeva nessuno di questa trattativa, né la mia famiglia e né i miei più stretti collaboratori. Siamo stati bravi a lavorare come si deve, sono aspetti societari ed è giusto che rimangano tali.

Vi presento, dunque, la nuova proprietà che darà maggiore continuità al progetto della Cavese. Questa è la mia vittoria: lascio una società sana, un patrimonio e una realtà consolidata. Ci sarà continuità tecnica, ho voluto passare la mano per una piena maturità aziendale e tecnica. Da appassionato, tifoso ed esperto, sarò vicino al nuovo presidente. Voglio ringraziare la squadra, lo staff e l’allenatore: sono arrivati a Cava per me in primis. Li rassicuro: la nuova proprietà non è da meno rispetto a me, terrà conto delle varie scadenze e non mancherà la tranquillità. Ringrazio la tifoseria e gli sponsor, l’invito che faccio è quello di stare vicini al club nel pieno rispetto dei ruoli. Ognuno deve fare il suo dovere”.

Le dichiarazioni del nuovo patron Alessandro Lamberti

“Ringrazio il presidente Santoriello, ha detto tutte cose giuste. Non lo dico per fare un complimento, questa trattativa si è svolta in un mese circa e con la giusta riservatezza. La Cavese è un realtà sociale importante, è un agglomerato di passione e interessi nel senso buono della parola. Quando si è prospettata la possibilità, ho capito che si poteva instaurare una trattativa in modo serio. Qui non si compra una società, ma si investe in un progetto e in un’idea. Si tratta di una società che polarizza una città e un popolo, non solo sul territorio ma anche chi vive lontano. Questo mese mi ha permesso di valutare la società Cavese dal suo interno: c’è un’organizzazione, un progetto del settore giovanile e mi dedicherò allo Stadio. Sarà importante investire nelle strutture perché il mio impegno non è lavoro o business, ma è questione di famiglia. A questa squadra ci legano dei ricordi, per tutta una serie di situazione: è l’unica squadra nella quale avrei potuto investire. Metterò tutto me stesso.

A me piace vincere, ma garantire una continuità e una stabilità è fondamentale. Ci sono progetti che bisogna realizzare nel tempo e sono quelli che restano scolpiti. C’è molta passione da parte mia per questa nuova avventura. Arrivo per migliorare, non per distruggere. È un’operazione dalla struttura piuttosto semplice: è stata costituita una società di nuova costituzione, attraverso questa società abbiamo proceduto per l’acquisizione delle quote della Cavese. È un’operazione su mezzi finanziari propri, non è stato necessario ricorrere a finanziamenti bancari. Budget? Nell’ultimo mese abbiamo condiviso le scelte col presidente Santoriello in ottica campo, vogliamo uscire dalla Serie D e proiettarci al professionismo. La continuità tecnica ci permette di concorrere per l’obiettivo. Il budget preciso però non posso darlo, tutto dipenderà dai prossimi incontri anche col direttore sportivo. Discorso allo spogliatoio? Ho detto di stare tranquilli, saranno tutelati. Non faremo mancare nulla, toglieremo qualsiasi alibi. Società? È un investimento di gruppo societario, non solo mio. Bisogna che ci sia una persona di riferimento, ma con un gruppo alle spalle. Sono una persona che mantiene la parola data”.