Nicolas Viola, centrocampista del Cagliari, durante il podcast “PodCasteddu”, ha parlato della sua esperienza a Benevento: “Benevento rappresenta qualcosa di speciale per me. Il Benevento mi ha dato tantissimo. Diciamo che lì ho conosciuto le persone che mi hanno cambiato. Ecco, quello che cercavo alla fine si è manifestato. Ero arrivato a un punto: avevo 27, 28 anni, adesso non ricordo. Ero in piena maturità. E devo dire che un aspetto fondamentale sono state le persone che ho trovato lì. Uno su tutti era Roberto De Zerbi, che era un allenatore che si affacciava alla Serie A. Veniva da tantissime cose belle fatte in passato, ma non era ancora un allenatore conosciutissimo. Ecco, lui ha proposto qualcosa di veramente differente. E due erano le cose: o mi mettevo in discussione, oppure lo rifiutavo. Nel senso che, sai, io a 28 anni, con un percorso calcistico, potevo benissimo andare per la mia strada. Avevo le competenze per fare un certo tipo di carriera. Oppure mettermi in discussione e capire dove avrebbe portato quel tipo di strada”.
E hai scelto di metterti in discussione.
“Sì, e sono stati mesi difficilissimi. Perché quando tu vuoi ascoltare delle cose nuove, all’inizio, e mettere in discussione tutto quello che ho imparato fino a 28 anni… un po’ mi ha… non dico reso debole, ma comunque fragile. Perché avevo perso quasi tutte le sicurezze che avevo acquisito negli anni. E le sicurezze che avevo acquisito erano cose belle, ma allo stesso modo cose magari non positive. Però erano le mie sicurezze. Ecco, lì è stata la prima volta che forse mi sono messo in gioco veramente. E grazie a… mi viene da dire grazie a lui, perché è stata una persona che sicuramente mi ha dato tantissimo. Però grazie a questa apertura che io in quel momento sono riuscito ad avere, mi ha svoltato un po’ il tipo di carriera che volevo veramente. Ecco, da lì ho capito cosa volevo veramente”.