Il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, ha preso parte all’evento conclusivo del PMI Day, che si è tenuto questa mattina presso il Teatro Comunale: “Quando acquistai il Benevento mi chiesero il perché avessi fatto questa scelta, risposi che mi ero regalato un’emozione. Non è stato un amore a prima vista, presi il Benevento perché volevo che lo seguisse mio fratello che era appasionato di calcio. La scomparsa di mio fratello mia ha responsabilizzato, potevo andare via o interessarmene e provare a realizzare il suo sogno e quello di tanti altri. È andata bene. Adesso sto provando a realizzare il mio sogno: dimostrare a me stesso che si può cadere, ma è importante rialazarsi.
Cerignola? Al momento è secondo, a quattro punti di distanza da noi. Mancano ancora 20 giornate, c’è tutto il tempo per recuperare. Nel caso malaugurato, saremmo sempre primi. È soprattutto una questione mentale: se ogni volta ti arriva in casa una squadra che lotta con te e riesci a ottenere un risultato positivo, man mano demorde. Lo scorso anno rincorrevamo la Juve Stabia: tutti erano convinti che prima o poi si sarebbe fermata, ma non è successo. Alla fine ci siamo fermati noi, perché le loro vittorie e le loro sconfitte coincidevano con le nostre. Al secondo posto non si sta bene, ti logora perché vivi sempre inseguendo. Non è decisiva, ma è molto importante dal punto di vista psicologico.
Mercato? Il direttore mi ha detto che molte volte ci si rinforza cedendo qualcuno, quindi aspettatevi qualche cessione e non che arrivi qualcuno. I rinforzi arrivano dalla panchina? Li pago io da tre anni, giocano quando è il momento. Auteri queste cose le sa bene. Avevamo da recuperare qualche calciatore per anni sfortunati, di inattività o perché stava sognando, ora hanno capito che se stanno in C è anche colpa loro. Hanno anche compreso che giocare in C non è un declassamento, ma qualcosa di meraviglioso perché è il vero calcio. Farei sempre la C, mi emoziona, ma sono ambizioso, quindi voglio tornare in Serie B e possibilmente oltre”.