L’Europa League ha trovato il suo nuovo campione: l’Atalanta. Un successo che corona anni di lavoro sotto la guida esperta di Gian Piero Gasperini. Il tecnico piemontese, arrivato a Bergamo otto anni fa, ha saputo trasformare una squadra di metà classifica in una delle realtà più entusiasmanti del calcio europeo. Ma mentre sul campo la festa è stata legittima, fuori dal rettangolo di gioco si è assistito a uno spettacolo di tutt’altra natura, fatto di vergognosi cori razzisti che hanno macchiato una vittoria storica.
Durante i festeggiamenti, infatti, alcuni tifosi bergamaschi si sono lasciati andare a cori discriminatori e offensivi nei confronti degli abitanti dell’Italia meridionale: “Terroni ci state sui c…” e “Noi non siamo napoletani!”.
Un comportamento inaccettabile che getta un’ombra su un trionfo altrimenti splendido. Questi atti di razzismo dimostrano come ancora ci sia molto da fare per combattere la piaga dell’intolleranza nel nostro Paese. La vittoria dell’Atalanta in Europa League dovrebbe essere ricordata come un trionfo del merito sportivo e della capacità di superare i propri limiti. Tuttavia, non possiamo ignorare gli episodi di intolleranza che hanno macchiato i festeggiamenti. È fondamentale che tutti, dalle istituzioni calcistiche ai singoli tifosi, si impegnino a combattere il razzismo in tutte le sue forme.