salernitana Iervolino

Danilo Iervolino, presidente della Salernitana, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Ecco alcune dichiarazioni del numero uno granata:

“Il playout con la Sampdoria ha rappresentato, purtroppo, uno dei momenti più amari della nostra stagione. È doveroso da parte mia, tuttavia, sottolineare alcune situazioni che riteniamo gravi e lesive del principio di equità sportiva. Episodi molto controversi: un rigore netto a nostro favore non concesso, un gol regolare annullato per un presunto tocco di mano, mentre dall’altra parte è stato convalidato un gol viziato da un fallo simile. Si è giocato il playout un mese dopo la fine della stagione regolare, per l’attesa legata ai controlli sul Brescia che ha stravolto tempi e preparazione, minando l’integrità della competizione. Chiedo più responsabilità, più rigore, più trasparenza. Regole uguali per tutti ed istituzioni che sappiano proteggere la credibilità del sistema. Il calcio italiano non può permettersi ambiguità. Ora nessuna resa. Continueremo a lottare in ogni sede, affinché siano tutelati i diritti della Salernitana e delle società che credono in un calcio pulito, trasparente e meritocratico.

Rabbia o amarezza? È un misto profondo di amarezza e delusione. Non solo per la retrocessione, ma per come si è consumata. Abbiamo visto svanire anni di sacrifici, investimenti e passione. Il calcio dovrebbe premiare il merito, l’impegno, la progettualità. Purtroppo, in questa stagione, abbiamo assistito a episodi che hanno minato la fiducia nel sistema e nella sua equità. La gara dell’Arechi è stata il punto più doloroso, perché ha mostrato una frattura tra le emozioni di una città e la freddezza delle regole. Non giustifico la violenza, mai. Ma comprendo il senso di frustrazione collettiva. Quando si perde la fiducia nel sistema, esplode l’incomprensione. E questo è un segnale d’allarme che le istituzioni calcistiche non possono ignorare.

Nessuna contestazione verso la società? È una responsabilità enorme, non una consolazione. Il fatto che tanti tifosi non mi abbiano contestato direttamente è per me motivo di rispetto e gratitudine. Ma so di aver deluso le aspettative di chi ama questa maglia. E questo pesa. Non mi sono mai nascosto, ci ho messo la faccia anche nei momenti più difficili. Ma questo affetto, silenzioso o esplicito, mi obbliga a riflettere ancora più a fondo sul futuro. Il coro dei tifosi? È il grido di un amore tradito. I tifosi vogliono gente che sudi la maglia, che lotti fino all’ultimo secondo. Quando questo non accade, il legame si spezza. Serve rispetto per questa piazza, che non perdona chi viene qui solo di passaggio. Questo grido non va ignorato: è un punto fermo per chiunque vorrà far parte della Salernitana. Situazione Brescia? Non voglio parlare di alibi. Ma la gestione dei tempi è stata un danno oggettivo. Fermare un campionato per un mese, in attesa di decisioni tardive, ha tolto ritmo, lucidità, motivazione. I ragazzi si sono trovati a vivere una stagione sospesa, difficile da leggere e da affrontare. Serve una riflessione seria: così si compromette la credibilità di un’intera competizione”.