salernitana raffaele

Giuseppe Raffaele, allenatore della Salernitana, è stato presentato questa mattina alla stampa: “Sono a Salerno da un paio di giorni e ho percepito un grande desiderio di riscatto. Ho avuto confronti positivi con il presidente, l’amministratore delegato e il direttore sportivo, e ho trovato un ambiente carico e motivato. È chiaro che la stagione passata ha lasciato amarezza, ma quella delusione deve trasformarsi in energia positiva. L’obiettivo primario è creare empatia tra tutte le componenti, ricompattare l’ambiente e ritrovare entusiasmo in un momento di evidente disorientamento. La tifoseria merita nuove motivazioni e ringrazio chi mi ha accolto con stima: questa fiducia va ripagata sul campo. Anche per me è un passaggio importante nella carriera, dopo esserci andato vicino con il Cerignola. Ora serve impegno e spirito di sacrificio per riportare tutti dalla nostra parte.

Il calcio per me è una filosofia di vita. Ho lavorato sodo per arrivare fin qui e so quanto questo mondo possa essere complicato. Chi mi ha scelto ha creduto in me, e proprio per questo sento il dovere di dare ancora di più, con il sorriso. Perché se non ti diverti in allenamento e se non coinvolgi chi ti sta intorno, tutto perde senso. Naturalmente serve anche concretezza, perché i risultati contano. Ma voglio una squadra che provi sempre a segnare, che rischi quando è il momento, ma che sappia anche essere pragmatica quando serve. La settimana è decisiva per costruire la vittoria della domenica. Avverto una grande responsabilità, come sempre mi è successo anche in piazze con pressioni diverse. So bene che qui c’è attenzione, ma con serenità e dedizione possiamo raggiungere i nostri obiettivi.

Sto entrando in una realtà nuova, reduce da un periodo complicato. Dovremo osservare tutto con attenzione, curare i dettagli e calarci pienamente nella situazione. Il legame con il direttore sportivo è forte e rappresenta un valore aggiunto: c’è stima reciproca e condividiamo idee da tempo. So che questa stagione può essere significativa. Ci saranno difficoltà iniziali, tanti cambiamenti, e servirà un approccio mentale diverso. La Serie C richiede spirito di sacrificio e umiltà: non si vince con il nome, ma con il lavoro, le idee e la consapevolezza della categoria. La conosco bene: questo è il mio ottavo campionato di C e so quanto conti l’aspetto psicologico.

Chiedo alla squadra di interpretare le varie fasi del gioco: pressing alto, difesa compatta, fase offensiva incisiva. Il direttore sta facendo di tutto per costruire un organico solido il prima possibile. Sarà il lavoro quotidiano a fare la differenza. Dobbiamo essere aggressivi, giocare alti, duellare, avere il coraggio di imporre il nostro gioco. E nei momenti in cui non ci riusciamo, dobbiamo essere pronti a verticalizzare e ripartire. L’errore più grande è pensare che ‘tanto alla fine ce la facciamo’: se restiamo in quella mentalità, abbiamo già perso. Ci sono realtà che spendono milioni e non riescono a risalire. Noi dobbiamo partire dalle basi, trasmettere voglia, fame, spirito di sacrificio. Solo così renderemo orgogliosa la piazza. Vincere sarà difficile, ma è per questo che siamo qui. Quando è arrivata la chiamata, ho pensato all’entusiasmo, non ai problemi. Voglio che il pubblico esca dallo stadio con la sensazione di aver visto una squadra che gioca bene e sente la maglia addosso. Il risultato, certo, conta, ma non è tutto. I cambi avvengono per merito, ed è ora che si trovi continuità. La Salernitana in Serie C è come la Juve in A: una responsabilità grande, ma anche una splendida opportunità. E con Faggiano c’è una garanzia: mi sono fidato subito, senza nemmeno parlare di contratto.

Ripartiamo da zero, ma con un direttore che conosce bene le esigenze e mi sta dando giocatori adatti al nostro progetto. Tocca a me alleggerire il peso di questa maglia, proponendo un calcio aggressivo ma anche gioioso. Se perdi palla, non devi abbatterti: devi avere la forza di andarla a recuperare. A Salerno c’è più pressione, e proprio per questo sceglieremo profili giusti, anche sotto l’aspetto caratteriale. I dettagli faranno la differenza.

Modulo? Vogliamo giocare con due punte, un esterno offensivo e centrocampisti dinamici. I numeri contano poco: servono le giuste caratteristiche. In Serie C non tutto è perfetto, ma stiamo costruendo con criterio. Ieri il direttore mi ha fatto una bella sorpresa, non posso rivelare altro. Confrontarsi con la società è fondamentale, e io sono parte attiva di questo processo. Le pressioni fanno parte del nostro mestiere. Il mio compito è dare il massimo, soprattutto dopo le vittorie, senza farsi condizionare dai risultati. La pressione deve diventare uno stimolo. Il calcio è imprevedibile, ma chi lavora con coscienza pulita può affrontare tutto. L’obiettivo? Siamo una delle squadre che vogliono vincere, non ci nascondiamo.