Antonio Candreva, ex giocatore della Salernitana, è stato ospite del podcast ufficiale del club granata Vianema. Queste alcune dichiarazioni:
“Tornare al Mary Rosy da ex giocatore è stato strano. Non pensavo di smettere, ma dopo tanti mesi era il momento giusto. Avrei voluto chiudere diversamente, ma non mi pento di nulla. Il calcio mi ha dato tanto, emozioni forti, anche nei momenti difficili, come a Parma e Cesena, dove non trovavo spazio. Alla Lazio, nel 2012, Reja ha cambiato tutto trovandomi il ruolo giusto. Retrocessione? È stata dura, soprattutto perché non abbiamo lottato. Nessuno se l’aspettava dopo l’anno prima. Mi sono sempre preso le responsabilità, anche a Salerno. Mi dispiace per i tifosi, che mi hanno sempre sostenuto. Avrei voluto chiudere con un saluto in uno stadio pieno, non così. È stato triste deludere tutti, anche la società. Arrivo a Salerno? C’è stata un’opportunità e l’ho colta subito. Amo le piazze calde e Salerno lo è. Sono stati due anni belli, soprattutto il primo, pieno di emozioni. Iervolino? Servirebbero più presidenti come Iervolino. A volte forse è stato troppo buono, ma ha sempre messo la faccia. In un club sbagliano tutti, non solo lui. Due anni fa facevamo punti ovunque e l’entusiasmo era alto. Ricordi? Il gol all’Atalanta è il mio preferito: uno-due con Piatek, lo stadio urlava ‘tira’, ma sapevo già cosa fare. Fu la rete che ci avvicinò alla salvezza. Tanti bei momenti: il derby a Napoli, il ritorno dall’Olimpico dopo la vittoria con la Lazio e i 4000 tifosi in trasferta. Salerno? La città mi ha fatto sentire a casa. Mi piaceva stare tra la gente, anche al supermercato. Avevo una casa vista mare, un sogno. Speravo di restare più a lungo, ma nel calcio può succedere di tutto. Non so se tornerò in futuro, ma mi piacerebbe”.