Il Napoli di Gattuso ha esordito con un successo, portando in cascina i primi importanti punti in vista della corsa alla zona Champions. Ottimi segnali positivi, ma per competere sul lungo periodo occorre ancora qualcosa.
Debutto vittorioso per il nuovo Napoli di Gennaro Gattuso. Al Tardini di Parma, gli azzurri hanno steso per 2-0 i padroni di casa tornando in Campania con i primi tre punti del campionato. Dopo un primo tempo abulico e poco ispirato, nella ripresa i ragazzi del mister calabrese hanno cambiato marcia colpendo due volte i crociati con gli inossidabili Mertens ed Insigne. Molti gli aspetti incoraggianti sul quale fondare la corsa Champions, ma non sono pochi nemmeno i tasselli da sistemare, elementi da considerare con attenzione per completare adeguatamente un organico già molto competitivo.
Armonie liete e strappi ruggenti
Partendo dai meccanismi che funzionano, il Napoli ha ripreso dove aveva lasciato, confermando la padronanza tecnica di invidiabile valore. Non è solo lo schiacciante possesso palla, ma anche la capacità di nascondere la sfera agli avversari limitando al minimo i pericoli per Ospina, praticamente inoperoso per buona parte del match di domenica.
Del possesso e della manovra tessuta come tela di ragno, ha giovato anche la difesa, con la coppia Manolas-Koulibaly che non ha corso pericoli, annullando gli infidi Inglese e Cornelius. Certo, il Parma è una delle compagini più indietro in quest’inizio di campionato e come esordio non è stato dei più probanti, ma il duo d’aggressione azzurro ha spesso patito anche contro avversari di rango inferiori; in quest’ottica la bella prestazione in Emilia non può che infondere fiducia, in attesa di capire il futuro di Koulibaly e chi sarà il centrale che formerà con Manolas la coppia centrale a protezione della porta napoletana.
Naturalmente le migliori cose si sono viste in attacco, soprattutto nella ripresa. Gattuso ha osato togliendo Demme per Osimhen, passando ad un 4231 (o 442) molto offensivo, con Mertens subito dietro il nigeriano supportati da Insigne e Lozano. La mossa ha dato la sterzata giusta alla manovra azzurra, con il Parma che sparisce dal campo, costretto alla strenua difesa dalle folate sempre più violente del Napoli. Il nuovo numero 9 di Gattuso ha subito dato saggio delle sue qualità, mettendo in apprensione l’annaspante difesa gialloblu e propiziando sia il primo che il secondo gol. La presenza in area del bomber ex Lille ha sconvolto le certezze parmigiane ed ha offerto la variante decisiva al gioco degli ospiti. Applausi anche per Lozano: la seconda punta messicana, limitandosi a cose semplici ma efficaci, è entrato in tutte le principali azioni offensive, incluse quelle dei gol. Non sarà il fenomeno decantato al suo arrivo, ma con la giusta fiducia, l’ex PSV potrebbe diventare uno dei valori aggiunti della stagione.
Sterilità e incompletezza
Sterilità offensiva e primi 60 minuti di inconcludenti
. Ecco l’altro lato della medaglia del possesso palla voluto da Gattuso. Prima dell’ingresso di Osimhen, il Napoli è parso impantanato in convinzioni oramai troppo prevedibili e riconoscibili; continuare a cercare la via della rete con la fitta rete di passaggi proposta al Tardini alla lunga potrebbe ripresentare le stesse criticità, soprattutto contro avversari più pericolosi dello smorto Parma di Liverani. Il Napoli in quest’avvio deve cambiare idea di gioco, ibridando la qualità tecnica con le accelerazioni della verticalità imposta da elementi come Lozano ed il già citato 9 africano. In tanti hanno criticato l’assetto del 433, ma il primario campanello d’allarme non è il modulo ma la filosofia che Gattuso sembra intenzionato ad abbandonare soltanto a tratti.
Proseguendo con l’analisi, a centrocampo manca fosforo e le prestazioni incolore di Zielinski e Ruiz ancora una volta hanno evidenziato la falla. Demme sembra ancora perso nelle spire del calo iniziato lo scorso anno dopo la partita contro l’Atalanta, ed il solo Elmas non può sobbarcarsi l’intero peso del centrocampo azzurro. Occorre un rinforzo di muscoli e sostanza; urge come non mai un sostituto di Allan che vada a rimpolpare una cerniera centrale fin troppo simile a quella emaciata del primo anno di Ancelotti. Dal mercato sono attesi anche un nuovo terzino sinistro che dia manforte a Rui ed all’adattato Hysaj, tralasciando almeno per ora la casella lasciata libera da José Callejon, ad oggi sostituito da Politano e dalla conferma di Lozano. E’ pur vero che senza le cessioni degli esuberi (Milik, Llorente, Younes, Ounas) è difficile poter operare in entrata, ma l’organico allo stato attuale è incompleto e deve essere definito quanto prima.
Infine, resta aperta la grana Ospina-Meret, ma anche da questo punto di vista la società sembra aver deciso di corroborare l’alternanza voluta dal tecnico.