Valerio Bertotto
, nuovo allenatore del Giugliano, è stato presentato questo pomeriggio ai media: “Sono molto contento di questa scelta. Sia il presidente che il direttore sono stati bravi a convincermi. In questi tre anni dalla mia ultima apparizione in Serie B con l’Ascoli, ho avuto la possibilità di proseguire il mio lavoro ma non l’ho fatto perché non c’erano le condizioni giuste. L’empatia che ho percepito parlando con il presidente e il direttore è stata importante e questo mi ha permesso di elaborare alcuni concetti: nella vita di un allenatore è importante avere una proprietà solida, con idee, una squadra forte, è fondamentale la voglia di crescere costantemente. Ho trovato un gruppo di ragazzi seri, calciatori che hanno vissuto un momento di difficoltà, ma da ciò hanno tratto dei segnali positivi che arrivano dalla società. Il fatto che sia qua è motivo d’orgoglio. Sono sicuro che riusciremo a fare un’annata positiva. Il piccolo segnale di ieri, a prescindere dalla portata dell’avversario, è il primo mattoncino di una casa che deve essere costruita con serietà, professionalità, sudore e tranquillità. Dobbiamo entrare in una modalità nuova di lavoro, dobbiamo far crescere la squadra fisicamente. Ieri i ragazzi giovani hanno dimostrato di avere sostanza. Vedo un futuro roseo, le cose vanno fatte con calma, con i piedi per terra, ma sempre guardando lontano. Le caratteristiche di un allenatore? Quando ho deciso di intraprendere questo lavoro, mi sono ispirato molto agli allenatori che ho avuto e a quelli con i quali mi sono confrontato anche da avversario. Le persone con cui ho condiviso lo spogliatoio hanno dato un imprinting importante, penso a Zaccheroni, Spalletti, Guidolin. Per quanto mi riguarda, amo questa professione. Amo vivere di lavoro, di statistiche, amo trascorrere le giornate sul campo e spero che tutto ciò possa dare i suoi frutti.
Ho trovato una squadra di calciatori bravi, mentalizzati, che vogliono far vedere le loro capacità, calciatori che hanno bisogno di crescere, maturare e alzare il livello di qualità, competitività e professionalità. Queste sono cose che io chiedo, ma i ragazzi sono predisposti a questo ed è già un punto di partenza. Dove si arriverà è difficile dirlo, posso solo dire che il lavoro è destinato a portare risultati, bisogna avere tranquillità e costanza.
A me non piace parlare di moduli, ma di idee e concetti. Prediligo un calcio di qualità, che sfrutta l’ampiezza e la profondità. Mi piace un calcio in cui è la mia squadra ad avere il pallino del gioco. Questa squadra ha potenzialità per fare tutto ciò che vuole. Taranto? È una squadra solida, allenata da un allenatore capace, esperto, il suo curriculum parla chiaro. Noi sappiamo cosa fare e come interpretare la gara. Fino a ieri ci siamo focalizzati sul Benevento, da domani andremo nello specifico sul Taranto. Avevo già una percezione sul Giugliano? Il compito di un allenatore, anche a casa, è continuare a seguire il calcio dalla Lega Pro alla Champions League. Ho seguito il Giugliano. È una squadra giovane, che da poco affronta questo nuovo cammino, guidata da un grande capo che è il presidente. Non ho salutato mister Di Napoli, perché sono arrivato e dopo due giorni c’era la partita. Lo chiamerò, ho molto rispetto dei colleghi. Scelta dei titolari? Saremo più di 25 titolari. Cosa mi ha colpito del Giugliano? Mi ha colpito la capacità che la società ha in tutti i comparti: marketing, comunicazione, segreteria. Tutte persone giovani, di qualità, serie, sono tutte cose che giovano e alla lunga portano anche punti.
Indisponibili? I ragazzi stanno recuperando, il piano è stato stabilito, non manca tanto per far sì che tutta la rosa sia a disposizione. Alternanza in porta? È un falso problema. Le scelte che farò saranno funzionali ad essere le migliori per tutti. Non sarà un problema chi gioca 5 minuti o 6 partite di fila, tutti dovranno dare il massimo ogni secondo per questa maglia. Avere giovani di proprietà è un plus. Questo aiuta il lavoro di un allenatore, aiuta ad avere obiettivi più in là rispetto a quello immediato”.