Casertana

Giuseppe D’Agostino, presidente della Casertana, nel promeriggio ha tenuto una conferenza stampa: È stata un’annata travagliata, ma l’importante è aver raggiunto il risultato. Questa non è una squadra da quartultimo o quintultimo posto, ma da playoff. Se confrontiamo il budget dell’anno scorso con quello di quest’anno, quest’anno abbiamo speso di più. Ci sono annate che, quando partono male, diventano difficili da raddrizzare. Serve anche un po’ di fortuna. A parte la partita di Avellino, che abbiamo nettamente sbagliato, nessuna squadra ci ha realmente messo sotto durante la gestione Iori, e gli va dato merito. Secondo me, non è così difficile migliorare la squadra: qualcosa va fatto, certo, ma la base è buona. Non c’è nulla da stravolgere. Poi bisogna valutare chi vuole restare e chi invece vuole andare via. L’anno scorso siamo partiti a settembre. Premesso che erano tutti calciatori bravi – altrimenti non saremmo arrivati quarti – erano però fuori rosa. Parliamo di giocatori fuori portata per tante squadre, alcuni guadagnavano 400 mila euro netti. Noi abbiamo fatto un vero e proprio miracolo nelle scelte.

Turris e Taranto? È tutto falsato. Nel girone d’andata hanno giocato alla morte, entrambe le partite ce le siamo sudate. Affrontarle dopo dicembre è stato completamente diverso. Poi hanno tolto 12 punti al Cerignola, ed è stata una mazzata enorme. Sulla scelta di mandare via Iori: è stato allontanato per dare una scossa, non per demerito. Volevamo dare una svolta. Poi l’ho richiamato e gli ho dato la possibilità di giocarsela con una squadra diversa. In Iori ci credevo e ci credo. Taldo? Dobbiamo incontrarci e confrontarci. Caserta ha 100 mila abitanti: non ci vorrebbe molto per riempire il ‘Pinto’. Secondo me, però, la Casertana interessa poco. Tranne ai veri tifosi, che purtroppo sono pochi. Questo è un dato di fatto. Ultimamente è mancato un po’ di entusiasmo e di senso di appartenenza. Bisogna fare qualcosa di straordinario, e quel qualcosa è lo stadio. Fare uno o due campionati di vertice non cambia la vita. Per una squadra di vertice servono soldi: per un campionato importante servono 10-12 milioni di euro. Un imprenditore dovrebbe investire su cosa? Le mie possibilità non mi permettono di sostenere 2-3 campionati di vertice. Posso fare la mia parte. Sono soldi che tolgo alla mia azienda e che investo nella Casertana. Più di questo non posso fare.

Se ci sono imprenditori – e non credo – disposti a investire, io sono pronto. Nessuno mi ha mai chiamato per sapere se voglio vendere o se desidero un affiancamento. Anche con il progetto dello stadio, nessuno si è fatto avanti. Io qui non faccio l’imprenditore, ma il tifoso. I soldi che ho speso per la Casertana, da tifoso li investirei sempre. Ma da imprenditore, non c’è alcun ritorno. Lo stadio è fondamentale, è parte della storia: sembra quasi che lo si voglia far passare come un tema secondario. Con il nuovo impianto creeremo 500-600 posti di lavoro, il Comune incasserà grazie all’impianto, e la società diventerà appetibile. Siamo la prima società in Italia a costruire uno stadio nuovo, non un semplice restyling come a Frosinone, Udine, Bergamo o Arezzo. Il progetto è importante. Le tempistiche precise non le so dire, ma l’iter burocratico è stato completato. Dove vedo la Casertana tra tre anni? Non lo so. Ma nel momento in cui realizzeremo lo stadio, nessun sogno sarà irrealizzabile. Il 12 giugno presenteremo ufficialmente alla stampa, alle istituzioni e al pubblico il Consorzio che ha acquisito le quote dello stadio. In quell’occasione comunicheremo anche la data di inizio dei lavori. L’obiettivo è riuscire comunque a giocare a Caserta, ma la soluzione ideale sarebbe trasferirsi temporaneamente per alcune partite, così da evitare di danneggiare l’impianto durante i lavori”.