Oreste Vigorito, presidente del Benevento, a ‘Ottogol’, trasmissione in onda su Ottochannel, ha parlato di Perlingieri e del derby contro l’Avellino. Di seguito quanto raccolto da BeneventoNews: “Mi dispiace se non dovessero venire i tifosi, una delle cose belle di queste sfide è la rivalità sportiva e sentire i cori dei tifosi. È chiaro che il tuo coro fa venire i brividi e l’altro qualche altra cosa, ma è l’essenza del calcio. Una delle ipotesi che verrebbe da suggerire è che quando un tifoso va allo stadio con un’arma impropria bisognerebbe non farlo entrare e prendere dei provvedimenti. Perquisire 300-400 persone non è facile. Non decido io se farli venire o meno, anche se li preferirei negli stadi. Quando giochiamo in casa difendiamo la nostra fortezza, ma è bello anche espugnare quella degli altri e farlo davanti agli altri. Io non sono né avellinese né beneventano, sono di origine napoletana, ma ho vissuto in entrambe le città e vorrei venissero: accogliendoli come si accolgono degli ospiti, graditi o meno; non vengono, riempiamo lo stadio lo stesso per stare insieme. Non fare entrare i tifosi è la morte del calcio. Una città ospitale, come questa, non merita di essere mortificata mortificando gli altri. Mi auguro che sia una grande partita e mi auguro di vincere.
Perlingieri? Il ragazzo alla convocazione ha avuto una reazione splendida come giallorosso, giustificabile per l’età che ha, dicendo di voler rimanere per giocare il derby. La Federazione dovrebbe chiamare la società, non avvisare un ragazzo alle 21 del venerdì, il giorno prima della gara. Il regolamento prevede che se il ragazzo viene richiesto devi dare motivazione per non mandarlo, il mancato arrivo avrebbe comportato conseguenze serie perché è una competizione UEFA. Col Direttore e con l’allenatore abbiamo deciso che non possiamo dare un segnale allo spogliatoio per cui non avremmo potuto giocare il derby senza Perlingieri, né avremmo potuto responsabilizzare il ragazzo dicendo che senza di lui non avremmo potuto vincere, inoltre non sarebbe stato sportivo. Mi auguro che chi giocherà al suo posto possa segnare, i giocatori devono fare la loro carriera. Perlingieri ha avuto un dono da Dio come un cantante, se non va al Conservatorio a studiare resterà a fare le feste in piazza: andare in Nazionale è un onore per la squadra, per la città e per sé stesso. Ha detto che andrà e cercherà di andare per rappresentare al meglio la sua squadra e la sua città”.