faggiano

Daniele Faggiano, nuovo direttore sportivo della Salernitana, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la conferenza stampa di presentazione. Queste le sue parole:

“Essere qui oggi mi emoziona molto. Siamo tutti determinati a fare un ottimo lavoro, e io darò tutto me stesso, come ho sempre fatto. Sono contento, ci sono tante sfide davanti e molto da costruire. L’energia che mi hanno trasmesso il proprietario Iervolino e l’amministratore Milan è stata coinvolgente: fin da subito mi sono sentito parte del progetto. Ho una visione ampia, aperta, ma allo stesso tempo sono uno che si fida del proprio istinto e cercherò di limitare gli errori al minimo. Vivrò pienamente la squadra e la città, con tutte le difficoltà e le gioie che arriveranno. So che i momenti complicati ci saranno e il mio compito sarà affrontarli con equilibrio. Più che le crisi, però, temo la gestione dei successi: vincere può far perdere lucidità, e invece bisogna restare sempre concentrati. L’entusiasmo va incanalato, controllato. Salerno è una piazza ambita, tanti vorrebbero venire qui. Ma più nomi circolano, più diventa difficile fare delle scelte.

Comprendo il clima di scoraggiamento, ma non posso lasciarmi condizionare da questa negatività. Sono appena arrivato, ma porto con me un entusiasmo enorme che voglio trasmettere sia alla squadra che alla tifoseria. Il confronto telefonico con Iervolino ha rafforzato ulteriormente la mia motivazione: è stato un dialogo prezioso. Sono una persona che si affida molto alle sensazioni, e fin da subito ho percepito qualcosa di positivo. Non vedevo l’ora di ricoprire il ruolo di direttore sportivo della Salernitana, ero così impaziente che ho scritto più volte al presidente per l’agitazione. Per quanto riguarda la rosa, credo che in diversi frangenti la Salernitana non sia stata trattata con equità, anche sul piano del mercato. Detto questo, non siamo affatto indietro con i tempi. Non so se al ritiro saremo già al completo, magari qualcuno aspetterà una proposta dalla Serie A o dalla B. Tuttavia, l’obiettivo è presentarsi in ritiro con almeno l’80% della squadra che affronterà la stagione. Così, a gennaio, basteranno pochi interventi. Chi cambia tutto e non corre ai ripari dimostra di aver sbagliato molto.

Sono consapevole che molti nomi vengano accostati alla Salernitana, e in alcuni casi si parla di trattative che non esistono. Qualche bugia a volte va detta, ma il mio intento è costruire un rapporto sincero con tutti, stampa compresa. Qui verrebbero in tanti volentieri, e io sono davvero felice di essere parte di questo progetto. Ho percepito subito grande entusiasmo da parte del presidente e dell’amministratore delegato, mi sentivo coinvolto ancor prima di firmare. C’è tanto da fare, ma questa piazza dà stimoli forti. Se sbaglierò, lo farò con la mia testa, cercando di ridurre al minimo gli errori. I risultati si costruiscono ogni giorno, non solo la domenica. Starò vicino alla squadra e vivrò la città in ogni momento, soprattutto quando le cose andranno bene: è lì che servirà equilibrio. Allenatore? Ho visto circolare tanti nomi, alcuni corretti, altri no. Ho già bloccato diversi calciatori con caratteristiche versatili, adatte a più moduli, ma è chiaro che prima dovremo definire l’allenatore: è il prossimo tassello dopo il direttore sportivo. Sto lavorando da ieri sera e presto ci saranno novità. L’obiettivo è costruire una squadra con il giusto equilibrio tra giovani di qualità ed elementi d’esperienza.

Non ho trovato una società disorganizzata, anzi. Le persone che mi affiancano sono figure di fiducia che mi seguono da sempre. Ho firmato ieri, sarò operativo da domani e la priorità è individuare l’allenatore. Ho già attivato una rete di osservatori di valore, anche se i loro nomi non sono ancora emersi. Il mio entusiasmo nasce proprio dall’organizzazione e dalla voglia di fare bene che ho trovato qui. Sono carico, motivato, libero di lavorare: questa opportunità mi rende felicissimo. Dal primo luglio sarò ufficialmente il direttore sportivo della Salernitana. Il budget non basta per vincere, serve una rosa solida, con attaccanti decisivi e difensori affidabili. Prenderemo un tecnico preparato, che analizzi gli avversari, impari dagli errori e abbia le idee chiare fin da subito. Ci saranno variabili, quindi niente promesse, ma guardiamo avanti. Il passato non mi interessa. Il mio compito è trasmettere entusiasmo, non illudere. Non sono uno sprovveduto, ma un professionista che vuole riportare la Salernitana dove merita. Proveremo a vincere, questo è certo. Non arriverà nessuno solo per svernare. Voglio restare il più a lungo possibile e far bene: essere qui è un orgoglio.

Tesserati? Non regalo niente a nessuno. Gli ingaggi sono pesanti, ma anche a loro peserà giocare in terza seria. Ragion per cui se vogliono parlarmi sanno che sono a disposizione. Non è che quando hanno fatto il contratto avevano la garanzia di stare sempre nelle alte categorie, si perde tutti insieme. C’è massima apertura, ma non mi faccio mettere le mani al collo da nessuno. Ci dobbiamo guardare tutti in faccia. Non sono venuto qui a prendere il contratto o a vivacchiare. Dobbiamo costruire la rosa per essere competitivi e per fare bene, a prescindere dal girone. Allenatore? Cerco un allenatore che, fin dalla prima chiamata, mi trasmetta entusiasmo e certezze. Deve essere lui a convincere me, non il contrario. Vorremmo un tecnico che faccia giocare bene le sue squadre e che sia abituato a stare nelle zone alte della classifica. Stiamo valutando 2-3 profili, tutti con esperienza nel girone C: un vantaggio importante, perché conoscono il campionato e gli avversari. Alcuni allenatori meriterebbero già il salto, ma le scommesse fanno sempre paura. Quanto ai calciatori, ci sarà forse qualcuno in arrivo da categorie superiori, ma saranno pochi: non tutti riescono ad adattarsi. In Serie C si viaggia in pullman, si fanno trasferte lunghe, si affrontano piazze calde come Cerignola, Potenza o Monopoli. Servono uomini pronti, non solo buoni giocatori.

Capisco il malumore dei tifosi, è comprensibile dopo quanto accaduto. Ma il mio obiettivo è ridare entusiasmo: mi è già successo di lavorare in piazze fredde che poi si sono riaccese. Se lavoriamo bene e sbagliamo poco, lo stadio si riempirà da solo. Con Iervolino ho trovato un presidente con grande voglia di ripartire, deciso a trasformare anche le delusioni del passato in nuova energia. Questo per me fa la differenza”.