cavese troise

EmanueleTroise

, allenatore della Cavese, è intervenuto in conferenza stampa al termine della sconfitta casalinga nel playoff contro il Nardò:

“È stato un finale che non ha bisogno di commenti in termini di risultati sportivi, i verdetti sono chiari: manchiamo l’obiettivo principale nella regular season per un punto e oggi abbiamo perso contro il Nardò. La squadra, per contenuti ed espressione di gioco per lunghi tratti, è riuscita a limitare le qualità degli avversari e ha esaltato le sue caratteristiche. Gli eventi determinano le partite secche, abbiamo subito un gol ingenuo sull’1-1. Nelle finali non c’è tempo per tornare indietro, c’è amaro in bocca per i risultati sportivi delle ultime settimane. È stato un privilegio stare qui, finché non si vive la piazza di Cava non ci si può rendere conto di quanta esperienza possa dare. È stata un’avventura formativa, una bella sfida che mi lascia con l’amaro per quel punto mancato, eravamo riusciti a sovvertire tante componenti. C’è stato il cambio societario, siamo partiti in ritardo in termini di collettivo: questa squadra, dati alla mano, per presenze di giocatori è partita come ultima nel difficile Girone H. Fino alla terzultima eravamo riusciti a cambiare anche dei luoghi comuni, abbiamo sempre risposto sul campo a chi ci dava per spacciati. Siamo cresciuti come collettivo e come caratteristiche, la strada da percorrere era quella e mi stava dando ragione. Si è vanificato tutto in 270′, allo spareggio probabilmente siamo arrivati male rispetto al Brindisi dal punto di vista psicologico.

Cambierei qualcosa, in termini di preparazione, nelle partite di Nocera e Lavello. Poi rifarei tutto, per come ci siamo arrivati e per le valutazioni fatte durante il campionato. Nel computo di 34 partite, queste due mi lasciano un po’ di rammarico. Ci siamo concentrati sulle gare, in questa settimana ci sarà modo e tempo per affrontare tutti i discorsi legati al futuro. È comprensibile la delusione dopo tante stagioni difficili da digerire, ci siamo aggiunti a questo percorso. Il calcio va veloce, è cambiato: dopo tre settimane dal mancato risultato finale del campionato, il punto di vista deve essere più equilibrato. Si è costruito tanto e non bisogna buttare il lavoro fatto. Faccio fatica a trovare un solo elemento che ci ha tolto quel punto, non ci sono alibi. Mi sembra anche molto riduttivo, mi prendo la mia responsabilità, ma parliamo di un punto. Poi ci sono tante componenti che vanno ad incidere, quel punto va diviso un po’ tra tutte le situazioni che fanno parte di un’annata. Non è semplice, ma deve esserci la forza della città. Qui c’è ambiente di calcio, con la giusta pressione: questa è una grande piazza. Cosa avrà bisogno la Cavese del futuro? È una bella domanda. Non spetta a me impartire cosa fare, immagino ci saranno un nuovo allenatore e un nuovo direttore sportivo. Sarà un futuro incerto, chi ne farà parte dovrà chiarire le intenzioni. Questa piazza ha vissuto varie versioni, c’è bisogno di pazienza. Qui serve risultato, va sposata un’idea e portarla avanti anche nelle difficoltà. In questo momento, ciò che mi sento di dire perché l’ho vissuto sulla mia pelle, c’è da dare spazio a chi incoraggia. La società sembra voler dare continuità e sembra solida in termini economici, ci riproverà il prossimo anno perché è quello che merita la Cavese”.