Napoli, De Laurentiis: “Il calcio deve essere inteso come un’impresa. Mi venivano le convulsioni quando…”

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Aurelio De Laurentiis

, presidente del Napoli, è intervenuto all’evento ‘Merger & Acquisition Summit 2023’ organizzato dal Sole 24 ore: “O il calcio lo si intende come un’impresa, ma purtroppo da noi lo è a metà, o non si va da nessuna parte. Il mio modello è sempre stato il cinema: ho fatto 400 film e sono un imprenditore puro. Ho sempre giocato a basket, di calcio sapevo poco quando ho prelevato il Napoli, ma venendo da una famiglia di napoletani venivo portato ogni tanto a vedere il Napoli. La prima cosa che ho fatto, come nel cinema, è stato quello di chiedere la cessione dei diritti di immagine. A tutti i calciatori ho fatto questa richiesta fin da subito. E chi non voleva cederli non veniva. Ho visto che c’era chi come Nike, Puma, Adisas foraggiavano agenti e calciatori e con loro era una lotta, perché per venire da noi dovevano cancellare questi contratti.

Divise di gioco? Ho telefonato Giorgio Armani e ho chiesto in prestito marchio e asset. Mi ha detto, non lo faccio con nessuno ma a te come faccio a dire di no. Ho preso mia figlia laureata in psicologia e le ho detto di occuparsi di questo. Risultato? Triplicheremo il fatturato rispetto a Robe di Kappa. Se io ho 83 milioni di simpatizzanti e 15 milioni in America e loro mi vendevano 54 maglie, a me venivano le convulsioni. Anche nel cinema ho sempre fatto tutto, produttore, distributore e mi sono preso 350 cinema in Italia quando ho capito che Cecchi Gori mi creava problemi. Fondi? Sono importanti, ma di solito investono in un settore per dare redditività ai propri investitori. Nel mondo del calcio sono sempre stato contrario ai fondi perché non capiscono nulla. È un mondo talmente complicato che se non ci stai dentro puoi chiamare i più grossi manager strapagandoli ma non è detto che quelli ti assicurino il risultato. A me quello che dà fastidio nella Lega è che spesso le proprietà non siano presenti. Non c’è sempre un manager come Scaroni (l’ad Milan), ci sono personaggi che non hanno attributi per lanciarsi nell’oceano perché hanno paura di essere sbranati da uno squalo. Nel calcio, ci sono manager da 2,5 milioni di euro che da me non farebbero gli uscieri”.